“D” di Repubblica ha pubblicato un articolo interessante sugli abiti da sposa, da cui si possono trarre alcuni spunti, più o meno piacevoli.
Infatti, viene preso in considerazione come spesso un abito da sposa nella realtà appaia molto diverso rispetto alla pubblicità, alle sue immagini su riviste patinate etc.
Troppo Photoshop, allora, anche per il settore bridal? Spezziamo una “mezza” lancia in favore del marketing: un abito da sposa è come una creazione eterea che porta con sé tutti i desideri di colei che vede avverarsi il suo giorno più bello….
Visto da qui, l’abbellimento “mediatico” di un vestito da sposa è quasi una mission, realizzata per incarnarne i desideri e le necessità di colei che si accinge al grande passo: il problema è che, quando tutto ciò diventa troppo, il capo nuziale non è più lo stesso e tende a differire notevolemente dall’oggettività.
Divertenti e degni di riflessione i confronti a mezzo foto degli utenti di Boredpanda, in cui alla realtà pubblicitaria dell’abito da sposa si affianca la reale ed effettiva immagine speculare.
Tralasciando la silhouette differente tra una modella, un’attrice ed una donna reale, quello che balza all’occhio è che non sembra neppure lo stesso modello, magari nei colori quanto nel taglio, nelle lunghezze, nei dettagli o nei tessuti.
Se un po’ di Photoshop può, per così dire, “invogliare” la contemplazione del giorno più bello, troppo impiego di esso può trasformare la realtà degli abiti da sposa in un orribile incubo….
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