Ormai sembra diventata una telenovela, un gustoso gossip da assaporarsi sotto questo primo pallido sole: come finirà con l’abito da sposa, o meglio, gli abiti da sposa e da damigella non pagati di Belen Rodriguez?
Gran parte del mistero si è dipanato con l’accorrere in suo aiuto del prode stilista esordiente, ossia Daniele Carlotta, scelto apposta da Belen per disegnare i suoi outfit nuziali (ah sì, per sposare l’ex ballerino di Amici Stefano De Martino…).
Il designer si è assunto la colpa, affermando che i vestiti (due abiti da sposa ed uno da cerimonia, indossato da Cecilia, sorella di Belen) sono un omaggio che egli stesso fa alla showgirl: un modo per ringraziarla del suo prezioso appoggio nello scegliere proprio lui.
Fin qui tutto bene: il problema (non il tapiro di Striscia con Staffelli a seguito…) sta nel fatto che la nota sartoria di Milano, incaricata di realizzare materialmente le creazioni, non ha visto un centesimo, quando, oltre al lavoro sartoriale ivi compreso, ci sono metri e metri di pregiatissimo tessuto che vengono impiegati.
Questo famoso atelier di Milano ammette di aver sbagliato nello fidarsi troppo (della fama della Rodriguez o dello stilista esordiente?), senza pretendere uno straccio di contratto (forse conta poco, ma rimane una prova tangibile…) a seguito della commissione; ah, e senza pretendere anticipi.
Questi sono i fatti nudi e crudi (almeno quelli riportati dalle agenzie di stampa), quel che resta è uno scontro tra avvocati ed un tribunale pronto ad ospitare una vicenda dai contorni decisamente ingarbugliati.
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